Marco Naman Borgese
  • Home
  • Chi Sono
  • Psychologist
  • Coach
  • Researcher
  • Communicator
  • Blog

TU NON HAI BISOGNO DEL BLOG

MA è VERO CHE LA ROMA FA FATICA CON LE BIG IN CAMPIONATO? NO, VI SPIEGO IL MOTIVO

3/16/2021

0 Commenti

 
Argomento del giorno è la credenza per cui la Roma non sarebbe in grado di vincere con le big o squadre di pari livello in campionato.
 
Vi dico subito che questa argomentazione è completamente priva di logica predittiva oltre che superficiale se ci basiamo sulle ricerche in materia.
 
Punto primo
Ho sentito dire da più parti che la Roma quest’anno vince praticamente sempre con le piccole e non vince praticamente mai con le grandi del campionato.
Da un punto di vista di analisi dei dati questa affermazione non ha molto senso, perché dovremmo prima stabilire cosa intendiamo per piccole e grandi squadre.
Io potrei trovare una statistica ad esempio che dimostrerebbe che Totti ha segnato il 20% in più durante la sua carriera alle squadre che avevano il bianco nelle loro maglie.
Il dato sarebbe vero, ma non vi sarebbe nessun tipo di causalità tra i dati. Il fatto che gli avversari avessero la maglia bianca non spiega in alcun modo il dato.
Oppure potrei dire che oggi piove perché ho messo una maglia rossa. Sono dati veri ma non correlati tra loro.
 
Punto secondo  
Cosa intendiamo per grande squadra?
Intendiamo squadre con un livello tecnico pari o superiore alla Roma? In questo caso potremmo allora scegliere come parametro il monte ingaggi, ci dovremmo infatti aspettare sia indicativo della qualità potenziale della rosa.
In quel caso però per quello che posso trovare in internet, mi risulta che solo Juve, Inter e Milan abbiano un monte ingaggi superiore alla Roma, per cui la Roma avrebbe dovuto battere tutte le altre squadre del campionato, se fosse vero che ha sempre battuto quelle inferiori a lei.
 
Possiamo intendere con grandi squadre quelle che le sono state sopra in classifica nel corso del campionato?
Anche in questo caso però la Roma ha perso con Lazio e Napoli che non le sono mai state sopra in campionato, per cui anche questa affermazione non può essere vera.
 
Potremmo parlare dello stato di forma di una squadra?
La Roma fa fatica se incontra squadre che sono in un periodo di forma eccellente. Anche qui però dovremmo stabilire cosa intendiamo con buono stato di forma e faremmo fatica a pensare che la Roma non abbia mai incontrato una squadra in forma anche di quelle definite piccole che ha invece sempre battuto.
 
Ma come si spiega allora che la Roma non ha vinto tutti quei match?
Dovremmo a mio avviso introdurre un parametro più scientifico per spiegare il dato in questione, eliminando il dal discorso l'idea di una suddivisione in big e piccole squadre.
La Roma in questa stagione ha avuto una mancanza di risultati nelle partite con maggiore equilibrio in cui la differenza tra le sue performance e quelle delle squadre avversarie non era netta.
 
E come mai in questa partite la Roma non ha vinto?
Ci sono almeno 3 fattori che la ricerca scientifica ha individuato essere coinvolti: il caso, gli errori arbitrali ed il peso del fattore casa.
 
Partiamo dal primo fattore: il caso.
Nelle partite in equilibrio sappiamo che il caso incide per il 42% nel determinare il risultato finale di un incontro.
Nel caso della Roma vi posso dimostrare prendendo in esame gli XP (un parametro statistico un po' complesso ma che in pratica indica a livello matematico quanto sarebbe dovuta terminare una partita) che la Roma non è mai stata agevolata dal caso.
Vediamo alcuni esempi nel caso della Roma:
ROMA JUVE 2-2
MILAN  ROMA 3-3
NAPOLI ROMA 4-0
ROMA SASSUOLO 0-0
LAZIO ROMA 3-0
JUVENTUS ROMA 2-0
ROMA MILAN 1-3
 
La Roma in queste 7 partite elencate ha fatto 0 vittore, 3 pareggi e 4 sconfitte.

Ora vediamo invece quanto sarebbero dovute finire rispetto le occasioni create:

ROMA JUVE (2.80/1.90). 2-1
MILAN  ROMA (2.82/2.36)2-2
NAPOLI ROMA (2.06/0.31)2-0
ROMA SASSUOLO (1.28/0.21)1-0
LAZIO ROMA (0.94/0.64)0-0
JUVENTUS ROMA (0.25/0.65)0-0
ROMA MILAN  (1.20 /3.25)1-3

In pratica la Roma avrebbe dovuto fare 2 vittorie,3 pareggi e 2 sconfitte.

Il secondo fattore: gli errori arbitrali.
 
Nelle partite in equilibrio eventuali errori arbitrali a proprio favore sono in grado di spostare un risultato.
 Che io ricordi, la Roma quest’anno in questi definiti scontri diretti non ha mai usufruito di una decisione arbitrale che l’abbia avvantaggiata, in cui un episodio dubbio sia andato a suo favore. 

Il terzo fattore: il peso del fattore campo
La Roma in questi "scontri diretti", al pari di tutte le altre squadre chiaramente, non ha potuto avere il supporto dei tifosi. Parliamo delle partite in casa con Juve, Sassuolo, Inter e Milan. 
Sappiamo che la presenza dei tifosi aumenta per diversi motivi la prestazione della squadra di casa.
Per cui è lecito a livello statistico aspettarsi che in un campionato normale con tifosi la Roma avrebbe magari lasciato qualche punto in più fuori casa, ma avrebbe potuto vincere più probabilmente una di queste 4 partite.
PAROLE CHIAVE
CALCIO - SERIEA - SPORT - DATI

0 Commenti

I bracciali Touchpoint indossati da Fedez a Sanremo sono in grado di ridurre l'ansia? Non proprio

3/6/2021

0 Commenti

 
Fedez in questi giorni a Sanremo ha mostrato dei particolari bracciali che dovrebbero essere in grado di ridurre l'ansia ma è proprio così?
Per scoprirlo cominciamo ad analizzare la situazione andando sul sito www.touchpointeurope.com dove possibile trovare questo messaggio:
 
"I dati raccolti dagli utenti che usano Touchpoint confermano che sono in grado di ridurre lo stress del 74% in 30 secondi."
 
Ora se una persona in buona fede, senza esperienza in materia di ricerca o di psicologia, entra sul sito e legge questa frase il messaggio che le arriva è "chi usa questi bracciali in 30 secondi riduce del 74% lo stress."
 
Ma le cose sono un pò diverse.
Viene spiegato infatti dopo che il dato deriverebbe da un’indagine condotta direttamente dalla società che produce il bracciale su 140 utenti, che avrebbero riferito che mediante l’uso del bracciale avrebbero riscontrato una riduzione del 74% dello stress.

Ora facciamo un paio di precisazioni.
Punto primo non è difficile capire che non è molto affidabile un’indagine condotta direttamente da chi commercializza un prodotto, il conflitto di interesse è fin troppo evidente.
Punto secondo non è affidabile il fatto che questo dato citato non derivi da uno studio pubblicato su una rivista  scientifica che si occupa tra le altre cose di verificare se le procedure, il disegno di ricerca siano validi.
Punto terzo se volessimo andare ancora più nel dettaglio, come sono stati scelti i 140 soggetti inclusi nell’indagine, sono persone che lavorano per la società o tester? Per quanto tempo la riduzione dell’ansia si è mantenuta? Da che livello d’ansia partivano i soggetti?
 
Domande che non trovano risposta, mentre trova risposta la mia domanda: è corretto un messaggio di questo tipo quando parliamo di salute umana?
No, non stiamo vendendo un crema antirughe o un nuovo prodotto per lavare i panni, servirebbe una comunicazione più seria in cui non si confondano le persone, citando dati non derivanti da rigorose procedure scientifiche.

Ma come se non bastasse sul sito c’è anche una sezione in cui si parla della possibilità di usare questi bracciali nell'autismo, Parkinson, ADHD e PTSD.
 
E siamo di nuovo allo stesso punto di prima, cosa capisce una persona leggendo una roba simile? Capisce che è possibile usare i bracciali perché c'è un articoletto in cui viene spiegato che sono stati usati.
Ma sanno le persone cos'è un caso di studio?
Probabilmente no, perché se tutte le persone lo sapessero la società Touchpoint non si sarebbe mai sognata di dire che può essere usato nell’autismo un dispositivo avendo alle spalle un un singolo caso d’uso. Perché il caso di studio è questo, uno studio pubblicato su un singolo soggetto.
Ma stiamo scherzando? Ma cose si fa a costruire una comunicazione seria su un singolo caso neanche sottoposto a verifica?

Ma in tutto ciò come dovrebbero funzionare questi bracciali in questi disturbi?
 
I Touchpoint dovrebbero aiutare il nostro cervello a ridurre la nostra attivazione fisiologica attraverso delle micro vibrazioni che seguirebbero una certa logica terapeutica.
In pratica una persona compra i bracciali, scarica l’app sul proprio smartphone fai dei test e dei questionari e successivamente i bracciali in base ai risultati calibrano il loro funzionamento sulla persona.
 
Una volta fatti questi test se la persona dovesse sentirsi tesa o sotto stress nel corso del giorno può usare questi bracciali tramite l’app che come detto tramite queste vibrazioni dovrebbero farla rilassare.
 
Ma come può una vibrazione farci rilassare?
 
Secondo gli ideatori dei bracciali questo avverrebbe perché tali vibrazioni sarebbero in grado di far passare il nostro organismo dal controllo del sistema nervoso autonomo simpatico a quello parasimpatico. In modo super semplificato quando siamo agitati il nostro corpo è sotto il controllo del sistema nervoso autonomo simpatico, mentre quando siamo rilassati è sotto il controllo di quello parasimpatico.
 
Ora anche se può sembrare strano, questa storia che una vibrazione fatta in un certo modo possa funzionare, in realtà c’è un riferimento teorico a questo che deriva dall’EMDR, una procedura divenuta ormai il punto di riferimento nel trattamento ad esempio dei PTDS.

Tra le varie tecniche usate dall'EMDR infatti in alcuni casi si può utilizzare il tapping ossia una stimolazione tattile bilaterale. Ma va detto che tale procedura anzitutto non è la procedura cardine del metodo EMDR ed in letteratura non esiste una spiegazione accettata del suo eventuale funzionamento. Da sola questa tecnica non ha alcun senso terapeutico per quello che sappiamo ad oggi.

Ma torniamo ai bracciali, a conferma dell'efficacia di questi bracciali sull'ansia viene citato un altro studio questa volta pubblicato su una rivista, sempre condotto gli stessi ricercatori che sono anche i fondatori di Touchpoint.
In questo studio sono stati coinvolti 40 soggetti divisi in due gruppi, il primo gruppo ha usato i bracciali funzionanti, mentre il secondo gruppo ha usato i bracciali ma senza alcun tipo di funzione di vibrazione.
 
I risultati pubblicati in questo caso dicono che chi ha usato i bracciali con la vibrazione ha mostrato una riduzione significativa del livello di stress raccolto attraverso una misura del cortisolo salivare.

 
Questo dimostrerebbe dunque che i bracciali funzionano?
No, dimostra che se fai qualcosa e sei convinto che funziona accade sicuramente qualcosa.
Il gruppo di controllo infatti aveva dei bracciali che in pratica non facevano nulla, avevano solo delle luci che si accendevano nel corso del giorno, un po' troppo poco per generare un'aspettativa nelle persone e per produrre un effetto.
Sarebbe stato interessante invece ad esempio se il gruppo di controllo avesse avuto dei bracciali che avessero vibrato in completamente a caso, oppure  se avessero emesso calore.
 In quel caso sono certo che avremmo avuto risultati completamente diversi.
 
Riassumendo possiamo dire che ad oggi non esiste una prova certa che questi bracciali siano superiori ad un semplice placebo, infatti le ricerche pubblicate sembrano semplicemente sostenere l’ipotesi che se la persona compie qualcosa per gestire la propria ansia questo è sufficiente per produrre dei risultati migliori al non fare nulla.
 
Così come c’è  esiste nessuna solida prova scientifica che questa vibrazione bilaterale detta BLAST funzioni per i motivi ipotizzati da parte della società.
Non è possibile infatti affermare che questi bracciali siano in grado di far passare il nostro organismo dal controllo del sistema nervoso autonomo simpatico a quello parasimpatico.
PAROLE CHIAVE
FEDEZ - BRACCIALI - SANREMO - TOUCHPOINT - ANSIA
0 Commenti

l'autismo è causato dai vaccini? ma per carità

11/24/2020

0 Commenti

 
Argomento del giorno è la bufala per cui alcuni vaccini sarebbero la causa di una particolare forma di autismo. 
Senza troppo girarci intorno, stiamo parlando di una falsità, una menzogna, come se io dicessi che lo shampoo facesse cadere i capelli.
 
Ma come sappiamo, purtroppo questa bufala ha riscosso una certa attenzione in diverse persone che ritengono purtroppo ancora ad oggi, che l’autismo sia causato dall’uso dei vaccini.
 
Ora va detto che molto spesso parliamo di genitori con figli affetti da sintomatologie di diversa natura ed in questo caso dovremmo orientarci su una lettura maggiormente psicopatologica della faccenda.
C’è alla base in questi casi un meccanismo di difesa come l’esternalizzazione del senso di colpa di questi genitori, che individuano una causa esterna che li possa liberare dal senso di colpa. Se la colpa è del vaccino che mio figlio sta male, allora io sono meno responsabile.
 
Comunque, come mai si è diffusa questa bugia?
 
Beh perché nel mondo esistono persone miserabili come Andrew Wakefield, un ex medico radiato dall’albo dei medici inglesi, il quale nel 1998 pubblica una ricerca in cui trova una presunta correlazione tra una certa tipologia di vaccini ed un tipo di disturbo dello spettro autistico in particolare l’enterocolite autistica. In pratica sosteneva che ci facesse un particolare tipo di vaccino potesse poi sviluppare in alcuni casi questo disturbo.
 
Questo articolo è rimasto pubblicato per diversi anni, nonostante già nei 4 anni successivi dalla sua pubblicazione nessun altro ricercatore fosse mai riuscito ad ottenere una verifica di quanto sostenuto da Wakefield.
 
Comunque morale della favola nel 2004 viene scoperto come questo misero personaggio aveva falsificato lo studio per motivi economici, infatti aveva brevettato un nuovo sistema di vaccini che nel suo piano avrebbero dovuto sostituire proprio i vaccini che lui screditava nel suo articolo accusandoli di essere alla base dell’autismo.
 
Nel 2010 viene condannato non solo per la frode della falsa ricerca, ma anche per gli abusi condotti su 12 bambini mentalmente disagiati mentre la conduceva.
 
La parola definitiva sulla falsità della sua ipotesi è giunta da una mastodontica  ricerca danese condotta coinvolgendo oltre 657mila bambini nati tra il 1999 e il 2010 che ha senza dubbio dimostrato che non esiste alcuna correlazione tra i vaccini e lo sviluppo dell’autismo.
 
Ma quindi quale è la causa dell’autismo?
 
Qui cito l’Istituto Santa Chiara il quale dice che "oggi è largamente condivisa la convinzione che l’autismo sia la manifestazione comportamentale di disfunzioni della maturazione neurobiologica e del funzionamento del sistema nervoso centrale, ad eziologia spesso non definita."
 
Tradotto, ad oggi non c’è una spiegazione certa e chiara di quali sono le cause che comportino lo sviluppo di un disturbo autistico. Si ipotizza comunque che questo sia dovuto ad un problema nella fase di maturazione e sviluppo nei processi chimici del cervello e più in generale del sistema nervoso centrale.
PAROLE CHIAVE
AUTISMO - VACCINO - PSICOLOGIA - SCIENZA

0 Commenti

Esercizio rapido di rilassamento Jacobson

11/5/2020

0 Commenti

 
Questo esercizio di rilassamento consiste nel contrarre e rilassare gradualmente tutti i principali gruppi muscolari del tuo corpo corpo.
Nel corso di questo esercizio terrai i muscoli tesi per circa 5 secondi, poi quando dovrai rilassarli lo farai per 15 secondi.

La fase di rilassamento consiste in un rilassamento passivo, lascerai dunque che i muscoli si rilassino senza dover fare nulla.
Avrai bisogno di esercitarti almeno 10 minuti al giorno per 2 settimane.

Durante tutta la pratica mantieni un respiro lento e regolare.

Se ti sentissi ansioso alla fine dell'esercizio, dovrai ripeterlo ancora.


Fin dall'inizio è opportuno scegliere l'ora e il luogo in modo che nessuno potrà disturbarti.
PAROLE CHIAVE DEL VIDEO
​#rilassamento #rapido #jacobson #tunonhaibisognodellopsicologo #fareladifferenza​
0 Commenti

ESERCIZIO DI RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA: 4-4-4-4

11/4/2020

0 Commenti

 
La respirazione diaframmatica è una tecnica che si è dimostra scientificamente valida nel ridurre i disturbi ansiosi, consente infatti di riequilibrare il funzionamento del sistema nervoso autonomo ed ha effetti benefici sul sistema circolatorio e respiratorio.

Per apprendere al meglio questo tecnica si consiglia inizialmente di eseguire gli esercizi seguendo queste indicazioni: • Assumere una posizione sdraiata e comoda
• Porre una mano sul petto ed una mano all'altezza della pancia.
• Respirare profondamente e
lentamente attraverso il naso cercando di gonfiare solamente la zona della pancia, utilizzando la mano come riferimento visivo nelle prime fasi. Lo scopo deve essere di veder alzarsi la mano posta sulla pancia e non quella sul petto.
• Lasciare che il respiro esca passivamente attraverso la bocca o il naso senza usare la forza addominale.
​
La variante qui proposta di respirazione diaframmatica prevede che l’inspirazione, l’espirazione e la pausa di respirazione siano di uguale lunghezza.

In sostanza questo è lo schema dell'esercizio.
• Inspirare attraverso il naso per 4 secondi.
• Trattenere il respiro per 4 secondi.
• Espirare attraverso il naso per 4 secondi.
• Trattenere il respiro per 4 secondi.

Tale sequenza deve essere ripetuta in maniera continuativa per almeno 10 volte e con frequenza giornaliera almeno nel periodo iniziale e nelle fasi di forte tensione.
PAROLE CHIAVE DEL VIDEO
​#respirazione #diaframmatica #esercizi 
#tunonhaibisognodellopsicologo #fareladifferenza
0 Commenti

PERCHE' LA SOCIETA' MODERNA CREA PIU' ANSIA?

9/23/2020

1 Commento

 
Oggi parliamo di attacchi di panico e cercheremo di capire come lo stile di vita contemporaneo possa in qualche modo giustificarne l’aumento.

Dobbiamo per analizzare questi spunti che discuteremo però partire dal presupposto che l’essere umano ed il suo funzionamento psichico si siano evoluti in un contesto molto differente da quello che viviamo attualmente e che evidentemente a livello biologico, non si è ancora adattato appieno a questa nuova realtà.
 
Quali sono dunque questi fattori?
  •  Anonimato diffuso
 
Le società moderne occidentali sembrano non essere adatte a favorire il benessere psichico. L’uomo infatti nasce con la necessita di essere riconosciuto ed avere un ruolo ben definito all’interno di una società, questo è determinante perché lo definisce come individuo e lo realizza.
E’ sempre piu’ difficile però riuscire ad essere “visti” e riconosciuti in una società in cui ci si afferma sempre più tardi sia nel lavoro che nelle relazioni.
Questo bisogno di base insoddisfatto potrebbe anche spiegare il successo dei social network, uno strumento che ci fornirebbe l’illusione di riuscirci.
Ma il rovescio della medaglia è che i social passano l’idea che per tutti è possibile essere famosi o affermarsi, se non ci si riesce è esclusivamente una propria responsabilità, non si è fatto abbastanza.
In realtà sappiamo che non è esattamente così, ma sul piano emotivo questo non fa altro che aumentare il senso di frustrazione ed insoddisfazione.
  • Lo spazio vitale
 
Gli studi sulla prossemica, ossia su come gestiamo lo spazio fisico intorno a noi, hanno dimostrato come per l’essere umano esistono delle distanze sociali che sono indispensabili da mantenere nei rapporti. Più una persona è sconosciuta più ci aspettiamo che sia a distanza. Così come sappiamo anche che qualche millennio fa, vivevamo in spazi molto più aperti ed avevamo un ampio territorio entro il quale muoverci. Nelle città moderne però viviamo sempre in spazi più stretti in cui è sempre più difficile assecondare le nostre reazioni comportamentali istintive. Immaginate ad esempio di provare rabbia e di avere bisogno all’improvviso di correre per scaricarla. Potreste mai correre al centro di una città vestiti da lavoro senza dare nell’occhio?
 
  •  Sempre più potenziali amici
 
Dunbar uno studioso ha stabilito che una rete sociale in grado di generare relazioni soddisfacenti è limitata a 150 persone. Sembrano moltissime ma in realtà non lo sono. Considerate tutte le persone con cui volete o dovete rimanere in contatto per diversi motivi e scoprirete che sono molte di più. Chiaramente con frequenze di contatto ed intensità diverse, ma in ogni caso relazioni da mantenere vive. Questo comporterebbe un ulteriore livello di aspettative e pressioni nel conformarsi a ruoli sempre diversi con relazioni che non si riescono a vivere appieno.
 
  • Lo sforzo fisico abolito
 
Il nostro lavoro richiede sempre meno attivazione e sforzo fisico. Ma noi siamo programmati in qualche modo per generare con le nostre mani. Lavoriamo sempre di più in modo passivo dietro ad un computer ma provando comunque le stesse emozioni di prima. Se millenni fa provavamo rabbia per esserci lasciati scappare una preda, questa rabbia potevamo sfogarla correndo dietro ad un altro animale o colpendo qualcosa. Invece oggi ci arriva una chiamata di lavoro che ci avvisa che dobbiamo consegnare entro un’ora un lavoro e questo ci comporterà non poter tornare a casa per l’ora di cena. Proveremo comunque rabbia ma non avremmo in quel momento nessun modo per sfogarla a livello fisico.

PAROLE CHIAVE DEL VIDEO
​#ansia #società 
#tunonhaibisognodellopsicologo #fareladifferenza
1 Commento

THE SOCIAL DILEMMA: PERCHE' I SOCIAL NETWORK SONO COME LE SLOT MACHINE

9/18/2020

0 Commenti

 
Foto
Oggi hot topics sul tema caldo del film "The Social Dilemma", un docufilm che fa luce su alcune delle dinamiche psicologiche alla base del funzionamento dei social network. L’idea è molto semplice sono pensati per creare uno stato di dipendenza. Punto.
 
Guardando il film emerge in maniera evidente una cosa che sostengo da diverso tempo, non esiste nessuno in grado di sapere come funzioni un algoritmo di un social, perché questo non segue delle logiche prevedibili. Se fosse prevedibile infatti non creerebbe la forma di dipendenza più forte che c’è in assoluto che è quella basata su un rinforzo intermittente,  ossia quello in cui non puoi sapere quando riceverai la ricompensa.
 
Infatti i social network funzionano come le slot machine o i gratta e vinci, ti premiano in maniera imprevedibile e lo fanno perché dalle ricerche sappiamo che questo è il sistema migliore per generare una dipendenza.
Non sapendo infatti quando riceverai un premio (che in questo caso può essere un nostro post che ha particolarmente successo) pubblicherai e compierai sempre più azioni all'interno della piattaforma, perché ogni volta potrebbe essere la volta buona in cui ce "vincerai". Anche se poi non è praticamente mai la volta buona, ma potrebbe esserlo, come con i gratta e vinci.
 
Ecco allora che potrete capire un po' meglio perché alcuni post ricevono 100 like ed altri molto meno della metà nonostante abbiate seguito tutte le indicazioni. Ecco spiegato perché se per un po' non postate nulla, appena tornate a postare come d’incanto i vostri post hanno molta più visibilità e di conseguenza più like e più commenti. E’ un sistema a premi, in cui se non giochi per un po' ti faccio “vincere” così aumento le possibilità che tu possa tornare a giocare di nuovo. Se ci pensate è lo stesso principio delle società di scommesse, iscriviti ed avrai subito un bonus di 50 euro da spendere. Lo scopo è quello di creare una nuova abitudine, se riesco a farlo poi sarà per noi più difficile farne a meno.  

E come ci “premiano” i social? Ci sono tutta una serie di trucchetti che hanno messo in studiato.
Anzitutto hanno creato piattaforme che offrono dei rinforzi positivi, lo stesso principio per cui se il cane fa una cosa giusta lo premiamo con un biscotto. In quel modo il cane sa che se compie una determinata azione riceverà una ricompensa che lo farà stare bene.
Il sistema delle notifiche dovete sapere allora che è pensato per questo, così come il sistema dei like o dei commenti. Abbiamo ormai associato l'idea che ogni notifica possa essere qualcosa di bello, magari un ragazzo o una ragazza che ci piacciono che ci invia una richiesta di amicizia,  un amico che ci saluta o molte altre cose.

E nella loro genialità, gli ingegneri dei social hanno pensato di mandarci notifiche anche quando non c'è nulla da notificare.
Vi è mai capitato ad esempio su Facebook di avere la segnalazione di una notifica bella lì in rosso, di andare a cliccarci sopra e di non riuscire a capire quale effettivamente fosse il motivo per cui fosse comparsa quella notifica? Avete pensato fosse un errore? Tranquilli non lo è. Come non è un caso che Facebook abbia creato i ricordi, un altro sistema per generare interazione e notifiche. Serve per mantenere attivo il sistema del rinforzo.

Infine avete notato come, ad esempio Instagram, nella sezione esplora ci propone dei contenuti che sono per un 80% in linea con i nostri interessi ma per un restante 20% invece anche molto lontani?
Potrebbe ancora una volta apparire come un errore, ma pensataci sarebbe molto facile per Instagram mostrarci solo post simili a quelli a cui mettiamo like o con i quali interagiamo.
Ma questo non sarebbe utile al social.
Poniamo il caso che tu metta like o che segua in linea di massima profili che si occupano di cibo, calcio e motori. Una volta che per quel giorno esaurito post su questi 3 argomenti uscirai dal social.
E questo non è ciò che vuole Instagram non ti vuole lontano, perché se non sei nella piattaforma non visualizzi pubblicità. Ed è così che subentra l'idea "perché non proviamo ad aggiungere un 4, un 5 argomento per cui farlo entrare di nuovo sul social?".

E come farlo? Beh nella sezione esplora o nei suggerimenti. Magari ti propongo meme politici per una settimana, se questi non dovessero andare bene passo ad un'altra cosa finché ne trovo una che magari ti interessa realmente. Tornando al nostro esempio di prima, potresti scoprire che oltre al cibo, al calcio ed ai motori può essere interessante anche controllare post sul basket. A quel punto non avrai solo più 3 motivi per rimanere sul social ma 4, che si tradurranno in più tempo sulla piattaforma, più pubblicità vista e più soldi per chi gestisce i social.
0 Commenti

possiamo credere all'oroscopo? no

9/14/2020

0 Commenti

 
Foto
L'argomento del giorno è l’oroscopo, ossia quel presunto fenomeno per cui le nostre vite e le nostre giornate sarebbero influenzate e determinate dagli astri.
 
Ora per cominciare a mettere in chiaro l’affidabilità di queste pratiche vi voglio leggere la previsione per il segno del toro di quello che sarebbe stato il suo 2020:
 
"Il 26 Marzo Saturno lascierà la sua dimora del Capricorno per l’Acquario, creando un quadrato a Urano in Toro. Questo passaggio comporterà un senso di libertà e di autonomia e, allo stesso tempo un clima di rivalsa."
 
Sono molto contento per gli amici del toro che quest’anno durante il lockdown senza possibilità di uscire di casa avranno sicuramente sperimentato un grandissimo senso di libertà. Ma tranquilli sarà stato solamente un guasto stellare che verrà riparato e potrete a breve vivere questo forte clima di rivalsa.
 
Facendoci un pochino più seri, l’oroscopo e l’astrologia in generale non sono nient’altro che una pseudoscienza ossia qualcosa che vuole apparire come scientifico ma che non è in grado di esserlo utilizzando i principi metodo scientifico.

Nel corso degli anni sono state fatte diverse verifiche sulle previsioni degli oroscopi che si sono sempre rivelate paragonabili a quelle effettuate casualmente.
Così come è del tutto falsa l’opinione che le persone di un certo segno zodiacale abbiano delle caratteristiche in comune, è bastato prendere delle persone nate nello stesso periodo dell’anno, fargli dei test di personalità per scoprire che ogni persona era completamente diversa dall’altra.
 
Questo basta per far capire alle persone che gli oroscopi sono una semplice forma di intrattenimento?
No perché qualcuno mi potrebbe dire che quando li legge ritrova effettivamente degli spunti che lo riguardano direttamente.
 
Ed io a questa affermazione cos’altro potrei rispondere se non che hai ragione? Infatti non ho mai detto che chi fa l’oroscopo o legge la mano è un pirla, anzi sono dei veri e propri esperti nel cucire frasi generiche ed ambigue su misura per le persone.
 
Facciamo alcuni esempi:
 
"Hai molte capacità inutilizzate che non hai volto a tuo vantaggio."
 
Ora vi chiedo di presentarmi una persona che ritiene essere falsa questa frase per se stessa.
 
"A volte sei estroverso, affabile, socievole, mentre altre volte sei introverso, diffidente e riservato."
 
Bene, stesso discorso di prima per cui non mi ripeto.
 
Ma alziamo il tiro e leggiamo il mio oroscopo di oggi
 
"In questi giorni, vi è consentito di ritrovarvi piuttosto desiderati, da chi v'interessa, per merito della vostra ottimistica predisposizione d'animo e col contributo della vostra sollecitudine. Chi v'intriga vi riterrà sensibili e guadagnerete apprezzamenti in qualsiasi settore della vita!"
 
 A prescindere dalla costruzione della frase vi è consentito di ritrovarvi piuttosto desiderati, che giuro non ho ancora capito cosa voglia dire, questa “previsione” sostanzialmente mi dice che qualcosa di buono potrà capitare oggi in qualsiasi settore della vita. Ora a meno che io non vada incontro ad una giornata super sfigata direi che è molto probabile che io possa ricevere un apprezzamento piccolo o grande che sia.
 
Se i fatti razionali sono però così evidenti, come mai quando leggiamo un oroscopo tendiamo a pensare che sia perfettamente cucito su di no?
 
La risposta viene dall’effetto Forer ossia un fenomeno per il quale ogni individuo, posto di fronte a un profilo psicologico che crede a lui riferito, tende a immedesimarsi in esso ritenendolo preciso e accurato, senza accorgersi che quel profilo è abbastanza vago e generico da adattarsi a un numero molto ampio di persone.
​
L'effetto Forer è fortemente influenzato dal bias di conferma ossia un processo mentale che consiste nel ricercare, selezionare e interpretare informazioni in modo da porre maggiore attenzione, e quindi attribuire maggiore credibilità a quelle che confermano le proprie convinzioni o ipotesi, e viceversa, ignorare o sminuire informazioni che le contraddicono.
 
Per cui tornando all’oroscopo se quel giorno avrà avuto ragione me lo ricorderò, se invece avrà completamente sbagliato tenderò a dimenticarlo e dargli minor peso


parole chiave
#psicologia #oroscopo #astrologia #pseudoscienza

0 Commenti

regina del buio

4/11/2020

0 Commenti

 
Come posso spiegarvi le sue labbra, il suo modo di truccarsi gli occhi, io che in quello sguardo ci rivedevo Marrakech ogni volta.

Dovreste essere capaci di immaginare nella vostra mente qualcosa che non avete mai potuto vedere prima.
Perché lei era basata su di elementi così tanto diversi che non si sa per quale volere divino fossero finiti per essere così perfetti, forse per una persona sola troppo tanto da doverlo concedere a due nello stesso momento.
Non era facile neanche provare ad interrogare qualche Dio ed io potrei anche averci provato, ma per farlo sarei dovuto passare da Gesù, Maometto e Buddha perché lei in qualche modo era legata a tutti loro per vicende diverse.

Ma quando hai qualcosa di superiore non puoi avere la pretesa che odiarlo con tutta te stessa potrà passare inosservato agli occhi di chi te l'ha concesso. Non potevano ignorare la tua voglia di ribellarti a quelle labbra, tanto belle da sembrare una menzogna a chi non ha mai potuto rubarti un bacio.

L'odio c'è chi ha la fortuna di poterlo nascondere, ciò che lo frammenta viene celato al mondo, ma non nel tuo caso avresti dovuto essere invisibile.
Così in ogni essere umano che si affacciava alla finestra della tua anima, non vedevi nient'altro che un'aggressione, una violenza.

Probabilmente il tuo mondo ideale sarebbe stato fatto di buio, assenza di riflessi luminosi totale, dove nulla è visibile.
In quel mondo tu saresti stata finalmente in pace con te stessa, nessuno avrebbe potuto nutrire il proprio ego osservando la tua bellezza e staresti stata in pace perché tu non volevi dar da mangiare a nessuno. Neanche a te stessa.

Se ti odi infatti così tanto da eclissarti e diventi abile nel coltivare il buio dentro di te, finisce che il buio ti domina. L'assenza di luce devasta la vita e non sei più capace di provare emozioni.
Il nulla emotivo, incapace di piangere, di ascoltare una canzone d'amore o di sintonizzarti sui tuoi sentimenti.

Che tu possa trovare la tua luce regina del buio.

(Un narcista con la sindrome di Eco)

0 Commenti

half life alyx: la realta' virtuale fa paura veramente

4/2/2020

0 Commenti

 
In questo articolo vi dimostro come il livello raggiunto da Half Life Alyx sia tale da suscitare emozioni di paura e di come questo possa rappresentare una possibile svolta anche per la Psicologia.


1) Una misura oggettiva della paura
Per misurare in maniera oggettiva il mio livello di attivazione ho indossato il caschetto del mio visore e mentre giocavo ho misurato la mia conduttanza cutanea con un apparecchio validato scientificamente, Esense Skin Response. La conduttanza cutanea è un parametro che viene utilizzato nelle ricerche per stabilire il livello di attivazione fisiologica del soggetto ed è un parametro oggettivo perché misura il livello di "sudorazione" della pelle, il quale è sotto il controllo del nostro sistema nervoso autonomo che non è direttamente manipolabile da noi. Come si potrà vedere nel video caricato sul mio canale Youtube ho subito una variazione significativa nonostante io conoscessi già cosa stesse per accadermi e non essendo neanche di certo un novizio della realtà virtuale, quindi nessun effetto wow dovuto alla tecnologia.


2) Che spunti offre per la Psicologia?
Arrivati a questo livello di qualità grafica e di interazione con lo spazio circostante, per la parte cognitiva del cervello (quella che ripete è un gioco) diventa sempre più difficile non sottostare agli impulsi sensoriali visivi ed uditivi (quelle che mandano segnali scappa c'è un mostro). Quella che si sperimenta infatti in un gioco di questo livello si avvicina molto ad un concetto di paura. Questo declinato in altri modi potrà tornarci comodo per sviluppare scenari e programmi che aiutino le persone a superare fobie che generano un disagio elevato, magari resistenti ai trattamenti tradizionali. Più infatti le sensazioni saranno simili a quelle reali, più assisteremo nei soggetti, il manifestarsi dei loro meccanismi di gestione ed evitamento fobici, gli stessi attivi anche nella situazione reale. Avvenendo però in una situazione controllata, potremmo modificare gli elementi ed aiutare il soggetto a gestire tale situazione proprio nel momento in cui sta sperimentando il pericolo percepito come tale.

Sembra questo un momento storico in cui la ricerca finalizzata al benessere dell'essere umano possa tornare ad occupare una posizione importante. Spero che sarà più semplice rispetto il passato ottenere dei fondi per lo sviluppo di queste tecnologie in ambiti che non siano di gioco.



Parole chiave del video: #halflifealyx #psicologia #realtàvirtuale #tunonhaibisognodellopsicologo #fareladifferenza
0 Commenti
<<Precedente
HOME - CHI SONO - PSYCHOLOGIST - COACH - RESEARCHER - COMMUNICATOR - BLOG

dove ricevo

- Via garlasco 140 (ROMA)

- ONLINE VIA SKYPE O WHATSAPP (PREVIA VALUTAZIONE)

cONTATTI

MARCO NAMAN BORGESE
mar.borgese@gmail.com
+39 3939727137
#TUNONHAIBISOGNODELLOPSICOLOGO #FARELADIFFERENZA
  • Home
  • Chi Sono
  • Psychologist
  • Coach
  • Researcher
  • Communicator
  • Blog